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Le condizioni (artt. 59 ss codice penale) sono attributi non necessari per l esistenza dell illecito; la loro esistenza, in realtà, definisce soltanto una variazione della condanna predisposta, provocandone un aggravio o una sua riduzione.

In effetti, le condizioni differiscono dai caratteri costitutivi dell illecito in quanto mentre la assenza di un carattere costitutivo non permette di valutare un azione come illecito, la mancanza o la sussistenza di una condizione non grava sull esistenza del medesimo illecito, ma soltanto sulla sua massima o minima gravità.

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Rispetto alla loro considerazione, le condizioni si distinguono in: 1. attenuative e aggravanti, se si tiene conto del loro carattere attenuativo o aggravio; 2. generali e particolari, se si possono applicare ad ogni tipologia di illecito, o invece soltanto ad alcuni tipi di illeciti; 3. ad esito ordinario o ad esito particolare, se generano una modifica della condanna equivalente ad un terzo, o invece una modifica maggiore ad un terzo.

La procedura penalista differenzia tra crimini punibili con querela e crimini punibili d ufficio, applicando come regola fondamentale la procedura d ufficio (art. 50 c. p. p. , comma 2).

Invece per i crimini punibili d ufficio si deve avviare una procedura a livello penale di fronte all autorità di competenza quando vi è notizia di illecito, per i crimini punibili con querela è utile pure che il soggetto colpito da illecito pretenda ufficialmente che il reo sia punito a livello penale.

La querela, quindi, viene assicurata a qualsiasi soggetto colpito da un illecito per cui non si debba procedere d ufficio (art. 120 c. p. ), deve avvenire nell arco di 3 mesi dal giorno in cui il Soggetto colpito da illecito è venuto a conoscenza del fatto che rappresenta reato (art. 124 codice penale), e si compone di due condizioni necessarie:

la notizia di illecito e l esistenza della intenzionalità.

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La querela differisce dalla denuncia in quanto quest ultima può essere avanzata da qualunque persona (non soltanto dal soggetto offeso) e non deve obbligatoriamente includere l esistenza di intenzionalità, in effetti basta che sia la notizia dell avvenuto illecito.

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Altra fondamentale differenza è che, mentre la querela può essere ritrasmessa, la denuncia no: ovvero nel momento in cui vi è una procedura penale per un crimine perseguibile a querela il soggetto offeso può ritrasmettere la medesima e, se il colui che viene querelato accetta la rimessione, l illecito viene annullato (artt 152 - 156 c. p. ).

In realtà, la legislazione ha attuato una norma per cui per procedere in base ad alcuni illeciti è utile che il soggetto offeso pretenda che sia punito il reo, invece per altri illeciti, che generalmente sono i crimini più pesanti e tutte le sanzioni, è utile che arrivi la notizia di illecito alla competente Autorità; per di più, per gli illeciti perseguibili d ufficio la Legislazione non consente che il soggetto offeso ritrasmetta la querela poiché Essa stessa ha un interessamento giuridico notevole per sopprimere gli illeciti commessi.

Inoltre, in situazioni particolari anche il soggetto privato ha un determinato obbligo giuridico di denuncia e qualora lo omettesse ne risponderebbe a livello penale (v. art. 364 codice penale).

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La querela, prima di tutto, si deve avanzare soltanto nel momento in cui il soggetto che è stato colpito da un illecito non può procedere d ufficio, ovvero un illecito per la cui punibilità è prevista la richiesta di una querela.

L avvio di una procedura penale, e delle connesse indagini, tuttavia, hanno luogo pure senza l esibizione di una querela per tutti gli illeciti perseguibili d ufficio; per gli ultimi, in realtà, è utile una denuncia, o qualsiasi altra maniera in cui la notizia di illecito possa arrivare all Autorità giudiziaria competente (differenza tra querela e denuncia).

L Art. 124 codice penale stabilisce che, a meno che la legislazione non ordini diversamente, la querela non può essere presentata trascorsi 3 mesi dal giorno in cui si è venuti a conoscenza che il fatto subito è considerato illecito.

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Quindi, il termine e di 3 mesi, ed il momento da cui iniziano a trascorrere (dies a quo) non è quello in cui è stato compiuto l illecito, e nemmeno quello in cui è avvenuta la condotta offensiva, ma il momento in cui il soggetto offeso ne ha ricevuto notizia (come nella rapina il termine di 3 mesi inizia dal giorno in cui il soggetto offeso ha preso conoscenza della medesima, non da quello semmai antecedente in cui la rapina viene compiuta).

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Per essere precisi, il termine per inoltrare la querela decorre da quando il soggetto offeso ha acquisito la totale conoscenza di tutti i caratteri oggettivi e soggettivi che permettono di valutare l avvenuto illecito (cfr. Cass. pen. , sez. IV, 3 aprile 2008, n. 13938).