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L uniformità è stata conseguita, il Parlamento italiano ha ratificato la norma che consentirà di punire più severamente gli illeciti che riguardano il maltrattamento sui minori. 503 giudizi positivi alla Camera per la validità del progetto di legge numero 2326, approvazione e attuazione dell Accordo del Consiglio d Europa per la tutela dei minori contro l abuso e il maltrattamento sessuale .

La recente legge era stata immessa sul piano comunitario a ottobre del 2007 a Lanzarote, isola delle Canarie.

La Convenzione di Lanzarote vincolava i componenti del Consiglio d Europa a variare la normativa penale in tema di maltrattamento dei minori e abuso di tipo sessuale, in maniera tale da accordare le singole leggi nazionali per ostacolare il compimento di reati di tipo sessuale nel territorio di uno Stato meno sotto questo punto di vista.

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Il sistema normativo nazionale ha così ricevuto le disposizioni comunitarie, inserendo gli illeciti di seduzione dei minorenni anche tramite il web – episodio chiamato grooming – e anche i reati di pedofilia e pedopornografia formativa o di incitamento (anche su internet) a compiere reati rivolti a minori. In particolare, il recente articolo 414 bis del codice penale sanziona con la reclusione da 3 a 5 anni chi - con qualunque metodo e dunque anche tramite il web - inciti pubblicamente a compiere illeciti di prostituzione di minorenni, di depravazione e abusi sessuali su minorenni.

L adulterio del coniuge nell ordinamento nazionale era regolato dagli articoli 559 e 560 del codice penale. Per la compagna era illecito il mero tradimento, che sanzionava anche il suo complice. La punizione era più grave nell ipotesi di rapporto extraconiugale.

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Il reato era perseguibile a denuncia dello sposo. Nel caso in cui a compiere l illecito era lo sposo, al contrario, l adulterio era perseguito solo nell ipotesi in cui avesse ospitato una compagna nella residenza matrimoniale o manifestamente in altri luoghi. La Corte costituzionale ha trattato spesso la materia di tale diversità. Dapprima aveva stabilito l inconsistenza del problema[1]. L avvocatura dello Stato aveva avallato l orientamento classico nella normativa nazionale che statuiva che «materia della protezione, nella disposizione dell art. 559, non è solo il diritto dello sposo alla lealtà della donna, ma la fondamentale importanza dell integrità del nucleo familiare, che dal comportamento adultero della sposa è offeso e messo a rischio in quantità non comparabile agli effetti di un singolo tradimento dello sposo». Nuovamente analizzato il problema con giudizio 19 dicembre 1968, n. 126, ha ritenuto non conformi alla costituzione i commi primo e secondo dell art. 559 c.p. (illecito del tradimento singolo commesso dalla donna)[2].

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Analizza il senso della frase: La Suprema Corte dichiara il proscioglimento di 11 alunni segnalati per danneggiamenti dopo la rimostranza a scuola «L occupazione dell istituto non è un illecito» Giudizio della Cassazione. I capi scolastici si ribellano: in tal modo a scuola ci sarà confusione ROMA - Occupare l istituto come gesto di dimostrazione non è un illecito.

Al contrario, può essere ritenuto un diritto, una maniera legale di agire per la propria istruzione. Emerge da un giudizio della seconda sezione penale della Cassazione. La Suprema Corte ha difatti respinto la richiesta del legale generale di Firenze e del pm di Prato, secondo i quali l occupazione di cui sono stati accusati 11 alunni di una scuola del centro toscano, rilasciati dal magistrato nel 99, andava ritenuta illecito di natura penale.

Gli alunni, è questa la giustificazione, sono parte attiva e non normali avventori dell istituto. In altri termini, devono prender parte all esercizio con una «decisiva» facoltà -onere di intervento, tutela e salvaguardia dell istituto scolastico, oltre che di intervento per «il perfezionamento degli ordini e dei piani di formazione». Per il legale generale e per il pm di Prato l autogestione andava ritenuta un modo di fare illegale, dato che non riguardava l attività scolastica e formativa, ma era tesa a rendere noto un dissenso.

Per la Suprema Corte, al contrario, «se è incontestabile che l istituto, nella sua configurazione e nei suoi strumenti, è di proprietà dello Stato e, dunque, non deve essere leso, è anche vero che la sede scolastica é un ambiente non indifferente agli alunni , che partecipano e collaborano alla sua composizione e conservazione».

Tra le prime repliche al giudizio, che va al di la dello «Statuto dei diritti degli alunni e delle alunne», dove l autogestione degli istituti non appare, domina un notevole sbigottimento. «Anticipato che un giudizio degli organi giudiziari non si può sottovalutare - chiarisce AP, dell organizzazione nazionale dei presidi - mi sembra che più che identificare delle discriminanti per gli alunni che procedono all occupazione, si statuisca un concetto.

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Ma tale diritto è universale o soltanto degli alunni di maggiore età?

Fino a questo momento ritenevamo che fino a 18 anni gli alunni non avessero la responsabilità e non potessero agire autonomamente. Inoltre, se l alunno può sospendere le lezioni e disciplinarne la durata, per quale motivo si richiede a un docente il diploma laurea, l idoneità e il procedimento concorsuale per svolgere le stesse mansioni?».

«Il giudizio della Cassazione non introduce novità rispetto a grandi quantità di verdetti dei magistrati ordinari sulle autogestioni che, eccetto qualche caso, hanno prosciolto gli alunni non dichiarandosi né a vantaggio né in opposizione, o considerando la dimostrazione tra gli insegnamenti complementari - aggiunge RD, specialista in problemi della scuola.