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Il codice di procedura penale opera una distinzione tra reati punibili a querela e reati punibili di dovere, stabilendo come fonti principali la norma della perseguibilità obbligatoria (art. 50 c. p. p. , comma 2). Laddove per i reati punibili obbligatoriamente va avviato un processo penale solo se arrivi, a qualunque ente che ne ha la competenza, una notificazione di illecito, per i reati punibili a querela è indispensabile anche che la parte lesa dall illecito domandi ufficialmente che il responsabile sia sanzionato sul piano penale.
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Il diritto di querela, in sostanza, è assicurato ad ogni parte lesa offesa da un illecito per cui non sia necessario proseguire obbligatoriamente (art. 120 c. p. ), va compiuto entro tre mesi dalla data in cui la parte lesa ha avuto comunicazione del gesto che rappresenta illecito (art. 124 c. p. ), e consta di due fattori: la notificazione di illecito e il palesarsi della pretesa che si prosegua sul piano penale rispetto allo stesso.
Le concrete difformità con la denuncia sono che essa può essere avanzata da tutti (non soltanto dalla parte lesa) e non deve inevitabilmente comprendere una dimostrazione di desiderio, in altri termini basta che sia data la notificazione che ha avuto luogo una fattispecie di illecito.
Un ulteriore difformità concreta è che, laddove la querela può costituire assoluzione, la denuncia no: in breve nel caso in cui vi è un processo in sede penale per un reato perseguibile a querela la parte lesa può rinunciare alla medesima e, se il denunciato opera la così chiamata ammissione della rinuncia, l illecito si annulla (artt 152 - 156 c. p. )
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In pratica, l organo legislativo ha stabilito una norma in base alla quale per la perseguibilità di taluni illeciti è indispensabile che la parte lesa pretenda che sia sanzionato il responsabile, laddove per altri illeciti, che generalmente sono i reati più pesanti e tutte le trasgressioni, basta che arrivi la notificazione di delitto all ente competente; per di più, per i delitti perseguibili d obbligo lo Stato non consente che la parte lesa demandi la querela poiché possiede Esso stesso un interessamento legittimamente importante a limitare il compimento di quei delitti.
Non è noto a tutti, concludendo, che in ipotesi specifiche anche il soggetto privato ha un chiaro obbligo legale di denuncia e che nell ipotesi di disattenzione è tenuto a risponderne sul piano penale (v. art. 364 c. p. )
Il corrente sistema legislativo penale nazionale presume che ogni illecito compiuto da individui che non siano ancora maggiorenni sia sentenziato da enti particolari, in base ad iter differenti da quelli consueti e con l attuazione di punizioni del medesimo tipo più leggere.
In altri ordinamenti giuridici europei, piuttosto, l organo legislativo è andato oltre stabilendo perfino punizioni di tipo differente. Per quanto concerne la normativa italiana, in ogni modo, va detto che il tribunale per i minori è formato da un ente valutante sempre assembleare, che si compone di due giudici togati (uno d istanza, che ricopre il ruolo di presidente dell assemblea, e uno di foro) e da due magistrati ad honorem (componenti laici), un uomo e una donna, meritori del sostegno sociale; le attività di Pubblico Ministero é portata avanti in primo grado dal legale della Repubblica al foro tribunale per i minori e questo ente si serve di una unità specifica di Polizia Giudiziaria i cui componenti hanno distinte capacità e competenza.
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Il procedimento per l accusato minore è basato su tali elementi fondamentali: il fondamentale scopo di rieducazione del minorenne; la più bassa nocività del procedimento per il minorenne; l inflessibile protezione dell individualità e della privacy del minore.
Questi obiettivi sono inseguiti dalla speciale normativa (v. D. P. R. 448/1998) con qualche modifica che deroga al procedimento penale comune come l elemento dell inconsistenza dell azione, che consente l assoluzione con verdetto di non procedimento, la non attuabilità della normativa sulla fuga, l esecuzione delle sedute processuali in privato, l interdizione di diffondere o comunicare informazioni o rappresentazioni del minore, la programmazione di uno specifico archivio giudiziario, e la così chiamata verifica del minore, che nell ipotesi di risultato positivo causa l annullamento dell illecito.
Talvolta accade che l individuo non è consapevole di possibili inchieste effettuate dalla Procura della Repubblica a suo carico.
Addirittura, non è infrequente che qualcuno di noi sia stato inquisito e che non ne sia a conoscenza.
Ciò ha luogo in quanto i vari tipi di illeciti disciplinati dalla legge pretendono funzioni di inchiesta differenti che, per loro natura, implicano piani disparati di consapevolezza delle medesime.
Talvolta un individuo sa della sua inquisizione con la così chiamata nomina domiciliare (v. Art. 161 c. p. p. ); in altri casi gli è notificata una disposizione di sorveglianza cautelare individuale (es. il fermo domiciliare), o concreto (es. la confisca di un bene), altri ancora non conoscono nulla poiché l inchiesta viene archiviata prima che si possa procedere con operazioni che le rendano note.
In sostanza, pur non essendovi un solo sistema di inchiesta, l inquisito ha diritto di conoscere la sua situazione quando il Pubblico Ministero, alla fine della medesima, decreta di proseguire sul piano penale.
La notifica all inquisito della fine delle inchieste preventive , (v. Art. 415 bis c. p. p. ) é manifestazione di una delle tutele che la normativa attribuisce all inquisito in procinto di essere accusato (v. diversità tra inquisito e imputato) ed è utile, oltre che a comunicare che un Pubblico Ministero sta per proseguire sul piano penale, anche, e principalmente, a consentirgli di organizzare la propria tutela prima che venga avviato il processo, e ad inoltrare casomai alcune istanze al P. M. medesimo per persuaderlo a non agire, o convincerlo a ripensare l ipotesi di illecito.
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Esaminando l Art. 415 bis c. p. p. , difatti, si deduce palesemente che l inquisito, e chiaramente il suo avvocato, deve visionare e avere duplicato di tutti i documenti del dossier del P. M. e, entro venti giorni dalla comunicazione dell informazione, il diritto di inoltrare rappresentazioni, elaborare atti, consegnare le indagini della difesa, richiedere al PM documenti di inchiesta, farsi vedere per effettuare comunicazioni o, concludendo, domandare di essere interrogato (soltanto per questa istanza il PM è tenuto a proseguire).
Com è noto, perciò, in sostanza, con la notifica della fine delle inchieste preventive si precorre l attimo in cui gli elementi fondamentali del procedimento penale (ovvero accusa e tutela) si trovano in contraddizione.
Questa tutela dell inquisito è importantissima: egli, difatti, facendo valere i propri diritti, può semmai far cambiare idea al PM e indurlo a richiedere di catalogare gli atti. Per attestare la rilevanza della notifica ex Art. 415 bis c. p. p. , è sufficiente prendere atto che l istanza di rimando a giudizio ed il decreto di richiamo a giudizio non sono validi se non sono prevenuti dalla notificazione verbale.