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“ecomafia” è un nuovo costrutto italiano creato dall associazione Legambiente per designare le attività illegittime delle organizzazioni mafiose che provocano enormi danni sul piano ambientale.
In dettaglio sono solitamente chiamate ecomafie le organizzazioni criminali che si occupano del commercio e lo smaltimento illegittimo di rifiuti e all illegalità edilizia ad ampio raggio.
Anche operazioni come l escavazione irregolare, il commercio illegale di specie animali esotiche, la devastazione dei beni di archeologia e l allevamento di bestie per combattere possono essere così definite.
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La funzione delle organizzazioni mafiose tradizionali è solitamente assai rilevante nelle operazioni di ecomafia, ma sovente sono aziende private, enti amministrativi locali e organi di vigilanza fuorviati che istituiscono network colpevoli di illeciti di natura ambientale.
Lo sversamento illegittimo di rifiuti nocivi o di residui nucleari da parte di imprese che hanno avuto permessi per la loro filtrazione, amministrazione e messa in sicurezza è ritenuto da Legambiente il più redditizio e dannoso ambito di attività delle ecomafie.
Nel nostro Paese lo smaltimento illegittimo di rifiuti nocivi è avvenuto principalmente nella Regione Campania; alcuni territori campani sono stati indicati con denominazioni particolari che fanno riferimento alla drammaticità degli effetti dello smaltimento abusivo.
Tali traffici si sono diffusi dall anno 1980, nel momento in cui è stata ratificata la legge sulla lavorazione dei rifiuti speciali. Nel 1991 furono per la prima volta provati illeciti di tale natura compiuti ad ampio raggio. Sei manager e funzionari furono dichiarati colpevoli dalla Settima Sezione del Tribunale di Napoli per vizio di ufficio e corruzione. Furono scagionati, al contrario, dall illecito di associazione a delinquere.
Le ragioni di annullamento del reato sono elementi giuridici che per la normativa nazionale invalidano o estinguono la responsabilità di un azione configurabile come reato. Esse sono:
Il decesso del colpevole, che ha avuto luogo prima della punizione, annulla il reato.
E una ragione comune di annullamento del reato e della punizione, secondo se avviene prima o dopo la punizione. Persistono però i vincoli di tipo civile, derivanti dal reato.
L organo giudiziario, in base all art.129 c.p.p., può dichiarare l assoluzione dell accusato deceduto, nel caso in cui consideri l azione non esistente, non considerabile come reato, o che l accusato non lo abbia compiuto, poiché queste tipologie di proscioglimento sono più vantaggiose della dichiarazione di annullamento del reato.
La base teorica di questa disposizione va ricercata nel principio di individualità della punizione, secondo cui con il decesso del colpevole lo Stato non deve più condannare o infliggere la pena.
Si ritiene che il motivo di abolizione del reato di cui all art. 150 c.p. è superiore a ogni altra ragione di abolizione e dunque anche sull annullamento, a patto che come già citato, non sussistano fattori adatti a comprovare l esistenza di una ragione di non perseguibilità, di istantanea attuabilità in base all art 129 c.p.p.,
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L amnistia (dal greco αμνηστία, amnestía, dimenticanza ) è una ragione di abolizione del reato e della condanna, e consta nell abdicazione, da parte degli organi statali, a punire i reati. E una disposizione generica di benevolenza, nata, almeno in origine, per motivi di convenienza politica e ordine sociale, ma talvolta divenuta nella pratica un espediente di temporanea riduzione dei processi pendenti e anche di svuotamento dei penitenziari.
Nel diritto privato denota quel caso che determina l eliminazione di un diritto individuale di cui non usufruisce il responsabile per un periodo stabilito dalla normativa. Il principio di base della disposizione è ravvisabile nella necessità di sicurezza delle relazioni giuridiche[1].
Nel campo del diritto penale implica l annullamento di un illecito dopo uno specifico periodo. La base teorica della disposizione è che, quando trascorre un lungo periodo dalla commissione dell azione, scompare sia l attenzione dello Stato a condannare tale comportamento, sia l esigenza di un iter di re-inclusione sociale del colpevole.
L oblazione è una ragione di eliminazione del reato applicabile soltanto alle trasgressioni, disciplinata dagli articoli 162 e 162bis del codice penale. Inizialmente l oblazione era applicabile soltanto alle trasgressioni sanzionate con la multa (art. 162 c.p). E poi stato stabilito un altro caso di oblazione discrezionale (ossia che non appartiene per diritto come nell ipotesi precedente ma è decisa dall organo giudiziario), concernente le trasgressioni sanzionate con la punizione alternativa della cattura e della multa (art. 162 BIS Codice Penale).
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L oblazione consta nella corresponsione di un importo monetario pari a una terza parte della somma massima della multa fissata dalla normativa come punizione per le trasgressioni sanzionate soltanto con la multa, o corrispondenti alla metà del massimo, nell ipotesi di trasgressione sanzionata in modo alternativo con la cattura o con la multa. La corresponsione di quest importo annulla per ogni esito giuridico il reato e non ne deriva nessuna registrazione nell archivio giudiziario dell Indagato/accusato.